Grande Madre - Roby Facchinetti

"Mi domando, fratelli e sorelle, come (...) superare l'urto tra l'ideale e il reale? 
Facendo, appunto, come Maria, custodendo e meditando.
Anzitutto Maria custodisce, cioè non disperde. Non respinge ciò che accade.
Conserva nel cuore ogni cosa, tutto ciò che ha visto e sentito (...)
Ecco cosa fa Maria: non seleziona, ma custodisce: accoglie la realtà come viene, non tenta di camuffare, di truccare la vita, custodisce nel cuore. (...)
Come custodisce Maria?
Custodisce meditando. (...) Maria mette a confronto esperienze diverse, trovando i fili nascosti che le legano. nel suo cuore, nella sua preghiera compie questa operazione straordinaria: lega le cose belle e quelle brutte, non le tiene separate, ma le unisce.
Per questo Maria è la Madre della cattolicità.
Possiamo, forzando il linguaggio, dire che per questo Maria è cattolica, perché unisce, non separa.
E così afferra il senso pieno, la prospettiva di Dio. (...)
Questo sguardo inclusivo, che supera le tensioni custodendo e meditando nel cuore, è lo sguardo delle madri, che nelle tensioni non separano (...) è lo sguardo con il quale tante madri abbracciano le situazioni dei figli.
E' uno sguardo concreto, che non si fa prendere dallo sconforto, che non si paralizza davanti ai problemi (...) Lo sguardo materno è la via per rinascere e crescere. (...)
E la Chiesa è madre, è madre così, la Chiesa è donna, è donna così (...)
mettiamoci sotto la protezione di questa donna, la Santa Madre di Dio che è nostra madre.
Ci aiuti a custodire e a meditare ogni cosa, senza temere le prove, nella gioiosa certezza che il Signore è fedele e sa trasformare le croci in risurrezioni."
(da Messaggio nella Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio, Papa Francesco, 1° gennaio 2022
Dicastero per la Comunicazione - Libreria Vaticana Editrice)

Ci sono protagonisti del pop italiano di questi ultimi cinquant'anni che nonostante la longevità di carriera sono sempre rimasti catalogati come un prodotto adolescenziale, cioè sono sempre stati considerati creatori di puro intrattenimento senza che si impegnassero in testi e musiche che ne testimoniassero una maturità artistica e umana.
Il gruppo dei "Pooh", per esempio, pur apprezzati professionisti, con la media di un long playing all'anno pubblicato, per decine d'anni, sembra che abbiano solo trattato nei loro testi caramellose storie d'amore. Solo dopo la sua morte, avvenuta nel 2013, batterista del gruppo nei primissimi anni (poi sostituito da Stefano D'Orazio),, ma soprattutto paroliere della maggior parte delle canzoni del complesso, Valerio Negrini, è considerato, anche dalla critica meno attenta ai fenomeni più marcatamente pop, un poeta capace di trattare argomenti socialmente "sensibili".
Famoso l'esempio di "Pierre"(1976), con argomento l'omosessualità, in un periodo storico italiano, nel quale trattare questo tema era ritenuto un tabù.
La stessa "Pensiero" (1971) si scoprì, poi, essere una lettera dal carcere, di un condannato, forse ingiustamente, alla sua amata.
I testi di Negrini son stati, quasi sempre, confezionati nelle musiche di Roby Facchinetti, compositore principe dei Pooh, tastierista e voce solista.
Dopo mezzo secolo di carriera, i componenti hanno deciso poi di sciogliere il gruppo, riducendo singolarmente la produzione musicale.
Facchinetti, ha ritrovato una buona vena compositiva, componendo un accorato inno solidale "Rinascerò, rinascerai" dedicato alla sua città natale, Bergamo, travolta dall'esplosione della pandemia di Covid-19 nel marzo 2020.
Al testo si è affidato al suo ex compagno Stefano D'Orazio, che ha trovato morte improvvisa nel 2021, non prima però di affidare un suo testo, una preghiera a Maria, proprio per essere cantato in una nuova canzone di Roby, che così racconta:
"Il suo desiderio era che lo inserissi in un mio precedente progetto, ma quando me lo propose era troppo tardi. Gli giurai che l'avrei usata alla prima occasione, e così è stato ho mantenuto al promessa.
E' un brano meraviglioso, che riflette la profonda religiosità di Stefano. E' una preghiera come fosse un Ave Maria. E' uno dei pezzi che toccano le corde emotive.
Stefano si è rivolto alla più grande delle madri, è un'invocazione in cui le si chiede di intercedere presso la 'Famiglia', lei è la più umana, ci conosce molto bene, vive le sofferenze che ci sono in questo mondo: è la persona più adatta per chiedere aiuto.
Sono molto devoto alla Madonna e prima di addormentarmi prego con l'Ave Maria.
La fede, insieme alla musica, mi ha salvato nei momenti difficili, non mi ha mai tradito."

"Grande Madre" fa parte di un progetto discografico antologico "Simphony", in collaborazione con l'Orchestra Ritmica Italiana e la Budapest Art Orchestra.
Sono in tanti (anche chi scrive) che non sopportano il birignao vocale portato spesso agli estremi da Facchinetti, ma per questa volta la sincerità e l'umiltà della proposta vanno oltre la pura esecuzione. 




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