River of tears - Eric Clapton

"Vivere in crisi è vivere inquieti, ma tutta la vita si vive inquieti; nessuna vita, mentre la si vive, è calma e tranquilla, per quanto lo si desideri.
Non è solo l'inquietudine a caratterizzare il vivere in crisi ma, ogni caso, un'inquietudine determinata o eccessiva, oltre il limite della sopportazione. (...)
Tale passività si manifesta nella più tremenda solitudine.
Oltre che sentirci inquieti ci sentiamo anche sottomessi a una 'solitudine senza tregua'.
Ma con la solitudine succede lo stesso che con l'inquietudine: anche la solitudine è propria della vita di sempre, anch'essa sta nel fondo della vita umana. (...)
Si tratta di una solitudine provocata dall'inquietudine, poiché non sappiamo, né possiamo essere in qualche modo certi di alcunché.
Ci ritroviamo soli perché siamo inquieti e confusi.
La crisi mostra le viscere della vita umana, l'abbandono dell'uomo che è rimasto senz'appiglio, senza un riferimento, il riferimento di una vita che non ha alcuna meta e non trova alcuna giustificazione.
(...)
Venute meno le credenze ci viene meno la realtà stessa che attraverso di esse penetra in noi: 
la vita si svuota di senso e il mondo, la realtà sfugge via, diviene fantasma di se stessa."

(da "Verso un sapere dell'anima" di Marìa Zambrano -  Raffaello Cortina Editore  1996)

Marìa Zambrano (1904 - 1991), filosofa e saggista di origini spagnole, è una delle figure più originali del pensiero contemporaneo. Impegnata nel rinnovamento della vita politico-culturale del suo Paese, all'instaurarsi della dittatura franchista andò per lungo tempo in esilio, fino al 1984, quando ritornò in Spagna.
Il suo pensiero filosofico è intriso della cattolicità espressa da Sant'Agostino: la realtà quotidiana è un continuo rapporto con Dio. Da qui nasce la cultura europea.

In un originale saggio edito da Edizioni Mimesis, Alberto Rezzi, approfondisce la figura umana e artistica di Eric Clapton.
Titolo: "La filosofia di Eric Clapton: il blues come sapere dell'anima" e racconta delle vicende umane e artistiche del grande chitarrista inglese proprio collegandosi al pensiero di Maria Zambrano.
Probabilmente l'autore non ha tutti i torti. Se andiamo a conoscere meglio la figura di Clapton, scopriamo che la sua vita non è stata alquanto facile fin da bambino.
Figlio illegittimo, nasce nel 1944, in un tempo in cui questa condizione era considerata una vergogna e foriera di pettegolezzi. Cresciuto dai nonni materni, sarà folgorato dall' ascolto della musica blues.
Come scrive Alberto Rezzi nel suo saggio biografico: 
"In quella musica avverte qualcosa di primitivo e al tempo stesso rassicurante, capace di insinuarsi in lui e risollevarlo."
Insomma, grazie anche alla sua tecnica nell'arpeggiare la chitarra ("Slowhand" il suo soprannome, "mano lenta") Clapton dagli anni '60 della "Swingin London" attraversa le ere del rockblues, prima negli Yarbirds, poi nei Cream, e intanto si fa notare in alcune sessions con altri artisti rock, dai Beatles (introdotto da George Harrison) ai Rolling Stones. Continuerà la sua carriera solista con alti e bassi, dovuti anche alla vita piuttosto "acida" e disordinata. Tra le varie sue partners, dolorosa e tragica la storia con la soubrette Lory Del Santo, dalla quale avrà un bambino che morirà piccolissimo cadendo dal suo appartamento in un grattacielo americano.
Una vita sempre in viaggio tra successi e dolori personali, documentati anche in sue composizioni.
Nel 1998 pubblica l'album "Pilgrim":
"Avevo un'inquietudine, che ho ancora e, per quanto fossero importanti le mie radici, avvertivo sempre il richiamo della strada. L'idea di viaggiare e fare musica con una band di musicisti in posti differenti non cessò mai di essere una motivazione per me.".
Una ammissione di ricerca per dare un senso alla propria vita.
Continua: " Ho messo l'anima in questo disco e credo si senta. Non c'era altro modo. Doveva sanguinarmi fuori, sinché non ci fosse più nulla da dire o da fare."
Da questo "viaggio negli abissi della propria condizione", ecco la ballata "River of tears", piena di struggimento e aperta ad una speranza, una realtà che, altrimenti "sfugge via, diviene fantasma di se stessa."

Il 2021 della pandemia, vede l'ultra settantenne Clapton, essere al centro di una polemica novax.
Invitato dal suo collega irlandese Van Morrison, abbraccia la protesta contro le restrizioni governative, che ipotizzano un complotto contro il popolo, un mantra che, purtroppo, ha cortocircuitato diversi illustri cervelli. Anche in Italia. 
Una posizione confusionaria, dovuta anche ad una situazione di salute precaria: si vaccina ma afferma di avere avuto effetti collaterali che lo avrebbero impedito di muoversi e ritornare a suonare.
Per fortuna, smentendo la propaganda novax, alla fine del 2021 pubblica un magnifico live acustico "The lockdown sessions" nel quale, accompagnato da un trio di splendidi e veterani musicisti, ripercorre la storia del rock blues tra standard e sue famose composizioni.
Tra cui, la sofferta "River of tears"

FIUME DI LACRIME

"Mancano tre miglia al fiume
questo mi porterebbe via
A due miglia dalla strada polverosa
in cui ti ho visto oggi.
Mancano quattro miglia alla mia stanza solitaria
dove nasconderò la mia faccia.
E circa mezzo miglio al bar del centro
da cui sono scappato in disgrazia.
Signore, quanto tempo ho per continuare a correre
sette ore, sette giorni o sette anni?

Tutto quello che so è da quando te ne sei andato
mi sento come se stessi annegando in un fiume
annegando in un fiume di lacrime.
(...)
Tra un anno magari sistemati
dove nessuno conosce la mia faccia
vorrei poterti abbracciare
ancora una volta per alleviare il dolore.
Ma il mio tempo è scaduto e devo andare
devo scappare di nuovo
Ancora mi sorprendo a pensare
un giorno troverò la strada per tornare qui
Mi salverai dall'annegare.
(...)
Oh, per quanto tempo devo andare avanti ?
Annegando in fiume
Annegando in un fiume di lacrime."       






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