Oh Lord, vaarda gio - Davide Van de Sfroos & Zucchero

"L'alternativa a percepire l'incertezza in qualsiasi circostanza come nemica è che la si percepisca come opportunità.
La percepiamo come nemica perché in qualche modo pensiamo di conoscerla e che non ci siano spiragli ancora da scoprire, che ci sia qualche possibilità di nuova conoscenza, occasioni di fare avventure non sapendo come finire.
Quando uno accetta la sfida di qualcosa che inquieta, che preoccupa, di fare domande, allora la questione è se noi siamo in grado, come dice Hannah Arendt, di fare diventare ogni crisi, ogni incertezza, opportunità di domande.
Se noi assecondiamo le domande, si apre una possibilità, perché queste domande fanno piazza pulita di cose che pensiamo già, sicure, certe, ma ci aprono a nuove scoperte, ti fanno scoprire qualcosa di più essenziale per vivere.
La questione è se noi abbiamo la lealtà di assecondare, senza lasciarci bloccare dalla paura.
C'è una irriducibilità ultima della persona che fa scattare l'esigenza di significato in questa epoca fatta di sfide."

Al Meeting di Rimini 2021, risuonano le parole di don Julian Carron, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, durante un incontro tenuto davanti ad una foltissima assemblea in presenza e sui canali web, insieme a Charles Taylor, filosofo della McGill University di Montreal e a Rowan Williams, teologo anglicano, già arcivescovo di Canterbury.
Titolo emblematico e attualissimo dell'incontro: "Vivere senza paura nell'età dell'incertezza".

Continua Carron:
"La paura ci assale quando la realtà mette a nudo la nostra essenziale impotenza, la fa emergere alla nostra coscienza.
Tante volte siamo presuntuosi, pensiamo che non ce la caveremo.
Invece quando ci troviamo davanti ad una situazione che ci sfida, oltre la nostra capacità di misura, appare la nostra paura.
Lo vediamo nei bambini: sono tranquilli, ma quando si imbattono nel buio, subito piangono e vanno a cercare la mamma; con la mamma entrano in qualsiasi buio, con la certezza profonda di una compagnia.
Per questo, fondamentale per vincere la paura, non è la possibilità di un controllo attraverso le nostre strategie. E' che, quanto più la vita ci stringe, ci sfida, tanto più si vede se abbiamo davanti una presenza, come quella del bambino con la mamma, perchè, in fondo, questa è l'immagine della vittoria sulla paura.
Solo una presenza è in grado di vincere la paura profonda, è emerso, per esempio nella pandemia:
nessun ragionamento, nessun discorso, nessuna regola, nessuna costrizione!
L'unica questione è trovare presenze; come la mamma col bambino o come i discepoli con Gesù.
Che quando sono lì sulla barca, in mezzo alla tempesta, pieni di paura, mentre Lui dorme pacificamente, lo svegliano, che ancora non avevano capito Chi avevano accanto.
E Gesù, come se niente fosse, chiede a loro: "Ma perché avete paura? Non avete ancora capito chi sono io?"

Dopo una pausa durata diversi anni, ritorna con un nuovo album, "Maader folk" il cantautore lagheè, Davide Van de Sfroos. L'artista comasco promette una serie di inediti incentrati sulla realtà quotidiana (cosa che non ha mai smesso di raccontare attraverso i suoi personaggi di provincia, esempi di un popolo con tutti i problemi della vita reale), impreziositi dalla produzione musicale di un arrangiatore emergente della scena indie italiana (Brunori sas, per esempio, ne sa qualcosa), Taketo Gohara.
Nonostante i testi, spesso, in stretto dialetto comasco, Bernasconi (vero nome di Van de Sfroos), da anni vive un successo che travalica i confini regionali lombardi, ed è un nome ormai riconosciuto dalla discografia dell'intero stivale.
In questo brano "Oh Lord, vaarda gio" si avvale della partecipazione vocale di Zucchero Fornaciari, anche per valorizzare con la proverbiale energia 'soul' del blues man emiliano la trama gospel del pezzo.

Dice Davide:
"Oh Lord, vaarda gio" è una canzone che aspettava da tempo di uscire dal cassetto, di essere arrangiata, musicata, cantata.
Il momento è arrivato proprio durante il lockdown, quando tutti avevamo più che mai il bisogno di una canzone spirituale e mistica.
E' una preghiera libera, una preghiera per tutti che nasce dalle incertezze e difficoltà del tempo in cui viviamo. E' dedicata a chi non perde la speranza e trova la forza di chiedere aiuto e protezione.
Vista la struttura del ritornello, "Oh Lord, please, tell me", mi è venuto in mente Zucchero.
E lui, oltre ad accettare, ha cantato nel suo dialetto, cosa che non fa abitualmente."

Nella conferenza stampa, in occasione dell'uscita dell'album, il cantautore comasco ha aggiunto:
"Era rimasto nel cassetto per una decina d'anni, scritto sotto forma di richiesta e liberazione emotiva, anche un pò spirituale, non tanto per chiedere a questo Dio di risolvere i problemi al posto nostro, ma almeno di indicare da che parte muoversi, come riuscire ad interpretare i segni del nostro percorso." 

Il testo, tradotto (!), è un racconto, nella poetica a cui spesso ci ha abituato Van de Sfroos, di situazioni in cui l'incertezza, in una condizione precaria, viene evidenziata, ma che si apre ad una richiesta esplicita di una presenza:
"Oh Signore, per favore, dimmi: cosa devo fare adesso?"
In una sintonia sorprendente con don Carron, al quale lasciamo le parole conclusive, sempre dal suo intervento al Meeting di Rimini:  

"La pandemia è stata una occasione che ha acconsentito a tutti di fare una esperienza condivisa.
Tutti siamo stati sfidati, tutti coinvolti chi più chi meno, in una esperienza comune.
E lì abbiamo visto che tutte le domande erano giuste e comuni: tutti avevano le stesse domande, davanti alla stessa sfida.
E lì abbiamo verificato i presupposti del nostro tentativo di stare nel reale  in un certo modo.
Questa verifica che ciascuno ha fatto, se è stato leale, può essere l'inizio di un dialogo per capire cosa ci serve per vivere: abbiamo un terreno comune, un'esperienza comune da condividere, nelle risposte che ciascuno ha verificato."

OH SIGNORE, GUARDA GIU'

"Forse è terra, forse è ghiaccio
quello che ho lasciato sul bordo del piatto
Resta l'ombra di una maschera storta
e una perla nella sabbia del gatto

Forse è un'ala che sbatte di notte
quando la gente ha piene le facce
Resta il rumore di chi chiude la porta
quando torna indietro dal proprio viaggio

Ogni semaforo vuole aver ragione
Ogni rottame è un pezzo di canzone
spegni la radio
senti che bel vento che porta i sospiri

Guarda la strada che ho fatto mille volte
quando ho scambiato il freddo col caldo
Quando la strada finiva in un colpo
come un rospo coraggioso facevi il salto

Oh Signore, per favore, dimmi dove devo andare adesso!
Oh Signore, per favore, dimmi che cosa devo fare adesso!

E mastica questo cuore
un cuore fatto di chewingum
che provi a schiacciarlo
e intanto si allunga
E resti a grattare la tua rabbia e la tua nostalgia
con la faccia malmostosa d quando avevi tredici anni

E quando i tuoi pensieri
diventeranno zanzare
prima ti ronzano nell'orecchio
poi ti pungono e poi se ne vanno
Quando soffia il vento si piegano tutti i fiori
E sbanda la farfalla
però, il cielo, si pulisce.

Oh Signore, per favore, dimmi dove devo andare adesso!
Oh Signore, per favore dimmi cosa devo fare adesso!





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