A human touch - Jackson Browne & Leslie Mendelson

"Le canzoni sono anche delle figure, delle scene di vita, rappresentano dei momenti. (...)
Si, sicuramente c'è una forte attenzione nei confronti dell'ambiente, dell'individuo stesso nei confronti della società civile.
Io cerco di dare alle canzoni dei significati importanti e non di scrivere le solite cose senza senso.
Non è facile trovare dei soggetti adatti o cercare di fare in modo che le liriche diventino loro stesse dei messaggi. Ma cerco di farlo nel migliore dei modi."

Chi parla, dalle colonne del prestigioso mensile di informazione rock "Buscadero" è Jackson Browne, uno dei cantautori icona di quella genìa di artisti che hanno attraversato con la loro musica, dagli anni '70 ad oggi tutte le contraddizioni e le sfide della società americana, dalla contestazione giovanile alle guerre nell'epoca dei blocchi post 1945, fino alla lotta per i diritti civili, alle problematiche ambientaliste e ai drammi dell'emigrazione dal sud America.
Nato in Germania, nel 1948, da un padre giornalista e da una madre di origini norvegesi, dalla tenera età è cresciuto nei sobborghi di Los Angeles, abbeverandosi alle categorie politiche "liberal"

"Brother Jackson, come lo chiamano alcuni, è stata l'autentica voce dell'uomo comune (...)
Nel suo straordinario catalogo di canzoni, (...) non ha mai però ceduto ad alcuna ideologia di sorta (...)
ci ha messo una particolare capacità di compassione, uno sguardo caritatevole e pieno d'amore per l'uomo che fatica e sputa sangue per mettere insieme, come si diceva una volta, il pane e il companatico. (...)
Jackson Browne musicalmente è anche stato il cantore più limpido e puro del sogno californiano, e della bellezza di quei cieli infiniti; della promessa di quella terra che è sempre stata 'the promise land' per eccellenza del sogno americano, ha fatto la trasposizione sonica: la perfezione del bel canto, le melodie memorabili, la purezza dei cori angelici.
Un repertorio, il suo, da spezzare le ossa a tanti suoi colleghi."

Il grande giornalista conoscitore di ogni recondito segreto del rock, Paolo Vites, così lo presentava nel 2014 sul sito di informazione "Il Sussidiario".
E i suoi colleghi e amici sono miti del rock a stelle e strisce: David Crosby, Graham Nash, Bruce Springsteen, Greg Allman, il Glenn Frey degli Eagles con cui ha scritto "Take it easy", e altri ancora.

Nell'estate del 2021, dopo sette anni di silenzio, Browne, sforna un nuovo splendido album di inediti: "Downhill from everywhere", e tra  brani spicca "A human touch" cantato in coppia con la collega cantautrice Leslie Mendelson.
E' un brano scritto per la colonna sonora di un documentario dedicato ad un reparto del San Francisco General Hospital sorto per aiutare i malati di AIDS. Una realtà dura, ma ricca di persone dall'eroismo quotidiano, che hanno fatto e fanno della solidarietà la loro stella polare.
E' una ballata soft, ma che affronta il tema della condivisione, "il tocco umano" di chi aiuta ad affrontare il bisogno di aiuto, sia fisico che morale.

IL TOCCO UMANO

"Puoi chiamarla una decisione
io dico che è come siamo fatti.
Non ha senso gridare dalla tua isola,
annunciare  che solo Gesù salva.
Ci sarà sempre sofferenza
e ci sarà sempre dolore.
Ma per questo ci sarà sempre amore
E l'amore, lo sappiamo, rimarrà.
(...)
Tutti si sentono soli. (...)
A volte tutto ciò di cui qualcuno ha bisogno
è un tocco umano."

E' il grido del rock, di cui spesso ci siamo imbattuti.
Un grido che non trova la risposta ultima, o perlomeno non ne ha la piena coscienza (come molti di noi!):
"Non ha senso annunciare che Gesù salva, ci sarà sempre dolore e sofferenza"

Vincent Nagle, sacerdote della Fraternità dei missionari di San Carlo, è nato a San Francisco (toh, conterraneo di Jackson Browne), laureato in sociologia e in teologia a Berkley, è stato ordinato prete nel 1992 a Roma. E' stato cappellano ospedaliero nel Massachussets, ha vissuto a Gerusalemme per qualche tempo nel Patriarcato latino, tornato in Italia dal 2012 lavora alla "Fondazione Maddalena Grassi" che si prende cura dei malati terminali.
Nell'agosto 2021, in un incontro organizzato nel Meeting di Rimini dal titolo "Custodi della vita, Il 'noi' dentro l'io ", insieme a medici e operatori sanitari, ha raccontato la sua esperienza alla ricerca di questa risposta.
Eccone una sintesi:

"Si muore per una mancanza di un significato.
La mia esperienza mi dice fortissimamente che quel significato diventa dinamismo di vita attraverso una compagnia e questo è drammaticamente vero per chiunque nel mondo dei malati terminali.
E particolarmente vero per me è drammatico perdonare, quando per tanti miei pazienti è diventata impossibile la compagnia e per quelli che non ce l'hanno fatta solo per questo.
Cristo stesso quando nel buio dell'esperienza dell'agonia nel Getsemani chiedeva di essere liberato dalla sua stessa vocazione, dice San Luca, che Dio Padre gli invia un angelo a fargli compagnia, perchè i suoi apostoli non riuscivano a fargliela. Gli manda un angelo per consolarlo e poi dopo l'arrivo di questo angelo, Cristo è andato fino in fondo e il suo sudore divenne sangue.
Perché la compagnia non è lì per liberarti dal peso del tuo cammino, ma per liberarti dalla paura, per poter incontrare il significato che ti viene incontro.
Questa è la mia esperienza profonda con i malati terminali che ho accompagnato. (...)
La compagnia al malato non è solo essergli vicino: non c'è nulla da censurare! (...)

Uno domanda per non avere l'esistenza cancellata e solo il significato può fare questo, Lui (Cristo) è il significato, è il rapporto con Lui, quando uno domanda salvezza non pone condizioni.
'Salvami' è una domanda assoluta, è l'unica, autentica domanda dell'essere umano e quando ho cominciato a vivere domandando questo, ho scoperto che questa è la domanda di tutti e per quanto pericolosa e minacciosa la persona davanti a me, io non posso che sentirmi uno con lui, perchè abbiamo la medesima domanda: essere salvati.
E io vado alla casa di cura, in ospedale con questa domanda e a questa domanda c'è la risposta.
In croce il buon ladrone ha detto a Gesù: 'salvami!', e Cristo ha risposto: 'va bene, ti salvo '.
Non l'ha tolto dalla croce, è andato a fondo con lui sulla croce.
Una compagnia svela la coscienza di quella salvezza.
In un malato dà coraggio di lasciar svelare questo significato"

Forse, è così che "il tocco umano" diventa ancora più "umano" ...























































































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