Ho ritrovato te - Vasco Rossi

"Che cosa accade quando vediamo la realtà attorno a noi? 
Un atto percettivo come è quello della vista è stato considerato da sempre nella storia del pensiero come uno dei momenti e dei luoghi in cui soprattutto si gioca la partita del nostro stare al mondo. (...)
Ma la vista non è rivolta soltanto al mondo che è fuori di noi e attorno a noi, ma è anche - e forse soprattutto - una vista interiore. (...)
Proprio per questo sulla portata del "vedere" che si gioca anche tutta la sfida del nichilismo contemporaneo, che si può dire dipenda in gran parte dalla risposta che diamo alla domanda su cosa vediamo e siamo capaci di vedere quando guardiamo noi stessi e il mondo.
Qui il nichilismo perde la sua carica di opzione ideologica ed è chiamato a rendere ragione di sé come atto percettivo. (...)
Il bello del nichilismo del nostro tempo è che non possiamo dare per acquisita la risposta a questa domanda, ma soprattutto non possiamo risparmiarci la domanda stessa.
Ogni forma di riduzionismo in realtà cerca di risolvere il problema dell'io eliminando la domanda, cioè negando il fatto che sia un problema.
Ma così non si fa un passo né nell'esplicazione né nell'esperienza dell'io.
Per semplice motivo che l'io è esso stesso il problema.
Un problema che si riapre (per non chiudersi mai definitivamente) ogni volta che percepiamo le cose.
(...)
E questo passaggio ha come due lati: l'impegno, anzi il dovere della performance per arrivare alla presenza come successo di sé, o in controluce una sottile tristezza perché nessuna realizzazione può conseguire alla fine una presenza che non ci fosse già all'origine."

da "Il nichilismo del nostro tempo. Una cronaca" di Costantino Esposito - Carocci editore, 2021

"' Ho ritrovato te ' racconta un'esperienza molto dura che ho avuto dieci anni fa, ai tempi della malattia.
Avevo litigato con la vita, con il mondo e con me stesso. E avevo chiuso fuori tutti, anche Laura, mia moglie. Ma quando ne sono uscito l'ho ritrovata, e da lì in poi ho ritrovato il resto, anche la mia chitarra."
Così risponde Vasco Rossi, in coincidenza dell'uscita del suo album nel novembre del 2021 dal titolo "Siamo qui", durante l'intervista fatta da Francesco Chignola sul settimanale "TV Sorrisi e Canzoni"

Il brano in questione è decisamente l'episodio più convincente di tutto il cd, in cui il quasi settantenne "Blasco" si lancia in canzoni egemonizzate dal suono hard di furenti chitarre rock (un pò fini a sé stesse, che nascondono una certa povertà di idee), per imbastire un manifesto nichilista, pieno zeppo di ripetitivi slogan, sulla condizione della persona di fronte alle grandi domande dell'esistenza, dal fine vita in modalità eutanasica di "Un respiro in più", al "Love is Love" fluido di "L'amore l'amore", al rapporto di coppia considerato come mero contratto di "Patto con riscatto", dove non si intravede una riflessione sul concetto di "speranza", dove tutto è lasciato alla propria libertà individualistica che rischia di essere disperante, anche se il Komandante parte da buone intenzioni:
"Non siamo più quello che siamo, pensiamo di essere quello che abbiamo: per questo che ho la sensazione che siamo soli e delusi.
Siamo in una civiltà che pensa al profitto e non alla condizione umana. La tecnica sfrutta le nostre debolezze per diventare sempre più potente."
Così si confessa sul sito "Rockol", e continua:
"Oggi si scrivono tante parole, tanti discorsi: io fatico a seguirli.
Io cerco sempre di dire meno, io cerco la sintesi: ti dico una frase, ti arriva e ti lascio il tempo che si sedimenti, poi te ne dico un'altra.
Non faccio racconti, faccio flash."

Insomma, forse questo è il limite del cantautore di Zocca, narrare questi tempi così complicati sotto una lente ancora un pò troppo adolescenziale, troppo semplicistica.
Ma a noi Vasco sta simpatico e non possiamo non notare, che "Ho ritrovato te" oltre che ad essere il brano meglio costruito musicalmente, ha nel testo quel tratto di tenerezza sincera e positiva, quel ritrovarsi, pieno di nostalgia, verso ad un rapporto umanamente concreto a cui aggrapparsi, pur nella realtà complicata.
E a noi, Vasco, piace così.         




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