Il dilemma - Giorgio Gaber

"Sono stato fortemente impressionato, come tutti, dai fatti riguardanti la morte violenta di Giulia Cecchettin e l'arresto con l'accusa di omicidio di Filippo Turetta, ma anche dalle tante cose che su questa tragedia si stanno dicendo. In mezzo a  tante parole - alcune più condivisibili, altre meno - mi sembra sfuggire completamente la questione di fondo sollevata da un dramma di questa portata.
E' nientemeno che la questione destino e della sua forza, cioè il fatto che che gli affetti umani non sono solo fenomeni eccitanti da sperimentare e con cui giocare, ma qualcosa di più profondo e radicato in noi; proprio là dove regna ciò che è incommensurabile con le nostre idee e i nostri progetti, e davanti al quale possiamo solo mendicare. 
Potremmo anche dire di avere a che fare con il 'sacro' nelle due persone di Giulia e Filippo - come anche delle nostre. (...)
Parlare degli affetti umani senza il Destino, escludendo il rapporto con l'Eterno, lascia fuori la sorgente del loro potere e della loro bellezza, e scatena il loro pericolo.
Gli affetti hanno la loro radice in qualcosa che ci supera interamente. Senza un rapporto col destino, col sacro, con Dio, non sappiamo trattarli con sufficiente serietà, dignità e considerazione; ma neppure sappiamo come gestire la violenza che può insorgere dentro di noi quando veniamo contraddetti negli affetti, se non abbiamo imparato a supplicare il Destino di avere misericordia di noi. (...)
Un'educazione che trascuri queste dimensioni mette in condizione di non saper trattare in modo vero l'umano dell'altro e neppure l'umano che c'è in noi."
Dalle pagine digitali del Sussidiario.net, sito informativo internettiano, nell'articolo pubblicato il 24 Novembre 2023 : "Solo l'Infinito metta al riparo l'amore dalla nostra violenza", Vincent Nagle , sacerdote cattolico di origini nord - americane (San Francisco, 1958), ordinato a Roma e oggi cappellano della Fondazione Maddalena Grassi che si occupa di malati molto gravi, alla luce dei fatti di cronaca nera sempre più alla ribalta nell'informazione e nell'opinione pubblica, riflette sui perché della violenza che si può sviluppare all'interno del rapporto affettivo uomo / donna. E lo fa all'interno della sua formazione culturale e religiosa della quale è autorevole ministro.

Più di quarant'anni fa, nel 1980, una coppia di artisti anarchici, Giorgio Gaber e Sandro Luporini, in un nuovo episodio del loro "Teatro Canzone", dal titolo "Anni affollati" si trovarono ad affrontare lo stesso argomento:
"Il Dilemma (una delle nuove canzoni dello spettacolo. n.d.r.) è soprattutto una canzone molto poetica sull'infedeltà, una parola che di per sé non mi piace. Ho l'impressione che questo modo di essere liberi in amore sia molto effimero, e molto liberatorio di un peso. Forse si dovrebbe avvertire un piccolo allarme dentro di sé. Nel 'Dilemma' questa specie di infatuazione dell'amore, questo continuo innamorarsi sottintendeva forse anche la minor capacità di amare e quindi una difficoltà ad approfondire i rapporti, a fare i conti con una normalità evidente più impegnativa in termini di responsabilità e di un rapporto che si trasforma in progetto." 
Negli anni successivi all'entrata in scena della canzone "Il Dilemma", (le citazioni sono del 1987 e del 2002) Giorgio Gaber insiste sull'attualità  del brano scritto con Luporini. e sempre nel 1987 precisa: 
"La mia impressione è che in questo momento (...) la gente è scompensata, discontinua nel sentire, e reagisce a questa fragilità gonfiando, enfatizzando, isterizzando, appunto i propri sentimenti. (...)
E' un discorso di massificazione, di annientamento dell'individuo. Perciò voglio indagare se un uomo al quale l'appartenenza è estranea, come siamo noi oggi, e con mille dubbi sul nostro esistere, possa effettivamente avere una capacità sentimentale."
Beh, dai, sembra che parli proprio a noi di questo 2023!
Ecco cosa confida Sandro Luporini, l'altra parte creativa della coppia (autore dei testi, sempre un passo indietro sotto i riflettori del palcoscenico, lasciando campo libero alla figura istrionica di Gaber) sulla genesi della canzone, dalle pagine del fondamentale libro: "G. Vi racconto Gaber" Mondadori Editore, 2013): 
"Il dilemma' è il racconto di una storia d'amore, o meglio, di un'ipotesi di storia d'amore, rivissuto tra passato, presente e futuro, con un supporto melodico simile a quello di una romanza antica. (...)
Avevamo immaginato una coppia talmente incapace di accettare un modello d'amore così debole e provvisorio da arrivare a credere che fosse meglio scegliere la morte piuttosto che rassegnarsi a un legame del tutto inconsistente. (...) Il suicidio cui accenniamo nel testo non è reale ma solo simbolico. (...). La libertà non è mai pura assenza di vincoli. La libertà, quella vera, implica un percorso faticoso per preservare proprio quei vincoli che ti costituiscono,
Ecco, io e Giorgio credevamo nella possibilità di un'unione basata sulla capacità di crescere insieme. Se all'interno di una società l'amore vuole rappresentarne la parte migliore, è bene che si manifesti con una costanza e una resistenza consapevoli; è bene che ragazzi e ragazze non saltino da una storia all'altra appena quell'effimera voce del cuore si affievolisce; è bene riuscire a dare concretezza a quello che all'inizio è solo effervescenza; è bene che il sentimento superi la prova decisiva, superando se stesso nella durata. In una parola: la vittoria dell'amore sul tempo."
Buone idee per l'ipotetica e la tanto decantata "ora dei sentimenti" proposta per i ragazzi delle nostre scuole.
Per concludere, ci sembra giusto confermare ciò che scrive Andrea Pedrinelli, giornalista tra i più attenti alla parabola artistica e umana di Gaber, nel libro da lui curato "Non fa male credere. La fede laica di Giorgio Gaber", Ancora Editrice, 2006:
"Ci piace sottolineare una delle tantissime contiguità fra Giorgio Gaber e Karol Wojtyla, vicini in modo inatteso su più di un argomento. Tra cui, appunto, il valore della donna riconosciuto - in modi differenti - partendo sempre dalla sua capacità di essere madre."
Chi vuole approfondire avrà tempo e modo. Qui, lo spunto, lo abbiamo dato.  




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