Chissà se Dio si sente solo - Luciano Ligabue

"Dal mio osservatorio un pò particolare costituito da giovani provenienti da situazioni di disagio, non ho la presunzione di descrivere in toto questa generazione che ci interroga e inquieta; e che spesso sentiamo così lontana da quello che siamo e abbiamo cercato di trasmettere loro (...)
E' una generazione che vive cercando risposte a bisogni istantanei, che cerca fuori di sé qualcosa che li faccia stare bene: una generazione incapace di guardare la propria interiorità, perché essa genera spavento. Sono ragazzi che desiderano un bene, ma non sanno cosa sia.
Sono senza strumenti per leggere se stessi e la realtà in cui si trovano a vivere. Sono persi."


Sul numero di Agosto 2023 di "Nuova Atlantide", trimestrale di "cultura civile" on-line a cura della Fondazione per la Sussidiarietà", così interviene Claudio Burgio, prete fondatore della Comunità Kayros che dal 2000, ospita adolescenti e giovani maggiorenni con procedimenti penali e provvedimenti amministrativi in corso. Ad ogni giovane accolto nelle comunità residenziali e appartamenti a Milano e Vimodrone viene proposto un percorso personalizzato che punta al reinserimento sociale autonomo e responsabile.

"Sono credente ma non praticante. Credo in un'entità superiore o ad un insieme di norme, a volte raffigurate con l'immagine del Signore con la barba bianca: non è importante per me una raffigurazione precisa, l'importante è pensare che non sia tutto qua.
Nella canzone quello che conta è come finisce il ritornello: 'Chissà se Dio si sente solo, chissà se gli bastiamo, chissà se gli manchiamo', perché se se Dio si dovesse sentire solo è un'immagine paradossale (se esiste, immaginiamo che la solitudine non sia un suo problema); ma è l'immagine umana che gli dai se pensi che possa essere solo. L'unico modo per cui si sente solo è sentirsi abbandonato da noi, dai nostri comportamenti: è lì il centro della canzone.
In effetti tutto quello che dicono le strofe è un elenco di paure che sono una l'opposta all'altra e spesso queste paure sono espresse contemporaneamente dalla stessa persona."

Il rocker Luciano Ligabue, presentando nel settembre 2023 il suo nuovo album "Dedicato a noi" si sofferma su (forse) la canzone più importante tra gli inediti della sua nuova produzione: "Chissà se Dio si sente solo". A chi cura i post della "Stanza di Elvis" Ligabue non ha mai entusiasmato: portavoce del rock italico di espressione emiliano romagnola insieme a Vasco Rossi, come il più anziano collega, non eccelle nella creatività compositiva musicale (molto meglio quando si produce nelle versione acustica dei suoi pezzi) e i testi si alternano tra quadretti di amori adolescenziali e (pochi) picchi riflessivi più adulti sulla quotidianità e sul rapporto con il mistero del trascendente. Non gli difetta certo la sincerità di esposizione che viene sempre apprezzata dal pubblico attento, più o meno giovane, durante i suoi concerti a volte oceanici.
"In 'Chissà se Dio si sente solo' c'è un elenco di paure che mi ha portato a ripensare a quando ero adolescente, a quando avevo paura di non essere come gli altri e allo stesso tempo di essere come gli altri"
In un album post-pandemico come questo "Ho sofferto molto a causa della pandemia, ho vissuto come tante persone delle tragedie. Ora mi trovo qui, si credo con una maggiore consapevolezza su quello che ho fatto ed è tutto figlio anche della pandemia, che bloccandomi mi ha costretto a riflettere sul mio percorso, nel bene e nel male", la canzone che intitola la nostra "stanza", testimonia, pur nelle sue buone intenzioni, la fragilità della situazione soprattutto giovanile di fronte alla realtà quotidiana.
Si percepisce un desiderio di felicità, che però non trova risposte convincenti,  sulla quale rifletteva Claudio Burgio nella citazione iniziale e ora anche in questa finale:
"Per questi ragazzi, così come per noi, il momento più importante è il momento della crisi, quello in cui si comprende di non farcela, di non essere all'altezza delle aspettative.
Proprio quello è il momento in cui è possibile inserirsi, aprire un varco concreto per aiutarli ad interagire, a guardare la realtà, i propri sbagli e riconciliarsi con sé stessi e le proprie fragilità.
In una vicinanza che non contiene misura. (...)
Il disagio che loro esprimono è un disagio pienamente presente nella nostra società"

Ecco, perché, una canzone come questa di Ligabue può essere un'occasione per capire meglio la "musica che ci gira intorno" come cantava Ivano Fossati ed essere attenti e curiosi all'opera educativa e appassionata, una provocazione per tutti noi, testimoniata da Claudio Burgio
     
 


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