War / Devils & dust - Bruce Springsteen

"Le fiamme divampavano ovunque, appiccate da decine di migliaia di bombe incendiarie ...
Enorme, la città si spegneva tra il fumo, la polvere e il fuoco, nel boato che scuoteva il cielo, l'acqua e la terra (...)
Lo spettacolo era tremendo, ma ancor più tremenda era la morte negli occhi di un esserino di sei anni schiacciato da una trave di ferro.
Perché esiste una forza capace di risollevare dalle polvere di città enormi, non c'è forza al mondo in grado di risollevare le palpebre dagli occhi di un bambino morto."
(da "Stalingrado" di Vasilij Grossman  ed. Adelphi, 2022)

"Ogni bambino che vedo, mi ricorda i miei figli; ogni donna che scorgo, mi ricorda mia moglie; ogni vecchio che incontro, porta il pensiero a mio padre.
Anche se parlano una lingua diversa e indossano abiti differenti, non sono forse anche loro, uguali a ogni giapponese?
Con la stessa bontà di cuore di ogni uomo e gli stessi pensieri nella testa?
Quando nella vita ci troviamo faccia a faccia con un'altra persona, uno contro uno, se anche siamo arrabbiati e ci odiamo reciprocamente, non finisce mai come quando siamo gruppo contro gruppo e popolo contro popolo e la rabbia e l'odio ci portano ad ucciderci a vicenda.
Se quando siamo faccia a faccia sappiamo che ucciderci l'un l'altro è un crimine gravissimo, perché mai consideriamo giustizia massacrarci gruppo contro gruppo in così gran numero?
'La giusta guerra', 'la guerra per la pace'.
C'è forse qualcosa di vero in questi modi di dire?"
(da "Ciò che non muore mai" di Paolo Takashi Nagai   editato da AmiciNagai, 2022 )

La Seconda Guerra mondiale è stata protagonista di grandi epopee letterarie, che in diversi scenari e in diverse latitudini hanno raccontato il dramma della violenza umana che ha decimato popoli e inferto ferite sia fisiche che nelle coscienze, difficilmente rimarginabili, sia che si tratti del popolo russo, prima nelle vicende belliche contro i nazifascisti e poi vessato dal potere censorio staliniano, attraverso le straordinarie pagine del dittico "Stalingrado" e "Vita e destino" dello scrittore ucraino Vasilij Grossman (1905 - 1964), sia che si tratti dell'autobiografia di Paolo Takashi Nagai, medico radiologo giapponese, convertito al cattolicesimo, che si salva dall'esplosione dell'atomica americana su Nagasaki, ma che pur gravemente ferito, continuerà a curare i superstiti, anche dopo il doloroso ritrovamento del corpo della moglie, carbonizzato dall'esplosione atomica. Morirà di leucemia nel 1951, testimone dell'orrore della guerra e di una vita dedicata alla professione medica, guidato dalla forte impronta della fede cattolica. 

"Se sei cresciuto negli anni '60, sei cresciuto vivendo la guerra in tv ogni notte.
Una guerra in cui erano coinvolti i tuoi amici ... e voglio fare questa canzone, stasera, per tutti i giovani adolescenti, perché ricordo molti dei miei amici che quando avevano 17 o 18 anni, non avevano molte possibilità di pensare a come si sentivano riguardo alla realtà delle cose.
Perché ora, nel 1985, la fede cieca nei leader o in qualsiasi altra cosa, vi porterà ad essere ammazzati:
perché quello di cui sto parlando è la guerra! 
A cosa serve la guerra?
Assolutamente a niente!"
Così, negli anni '80, l'icona del nuovo rock Bruce Springsteen, introduceva "War", brano del 1970, nel catalogo della Tamla Motown, la casa discografica di Detroit, etichetta che produceva solo artisti di colore, interpreti di un sound, lo "psychedelic soul", pietra angolare di tutto il movimento rythm'n blues che egemonizzò buona parte degli anni '70, con brani irresistibili creati da nomi come Stevie Wonder, Jackson Five, The Temptations, Edwin Starr, capitanati da Norman Whitfield , l'autore di riferimento.
E proprio Edwin Starr portò al successo "War", brano ballato da milioni di giovani, ma dal testo duro e realista contro la guerra del Vietnam, che in quegli anni, era fortemente contestata dalla giovane generazione americana.
Una decina d'anni dopo, l'ormai affermato Springsteen, raccoglie il testimone e nei suoi concerti ripropone War scagliandosi contro i nuovi potenti e le nuove guerre, trasformando il brano in un grido furioso accompagnandosi a quella grande macchina rock che è la E-Street Band.

GUERRA

"Guerra a cosa serve?
assolutamente a niente
Lo ripeto: la guerra a cosa serve?
Assolutamente a niente, su!
La guerra io la disprezzo
perché vuol dire distruzione di vite innocenti
E le lacrime negli occhi delle madri
quando i loro figli vanno a combattere, a dare la vita.

Non è altro che un avvenimento che spezza i cuori.
Guerra, buona solo per il becchino.
La guerra è il nemico di tutta l'umanità
Il pensiero della guerra sconvolge la mia mente,
tramandata di generazione in generazione:
reclutamento, distruzione.
Chi vuole morire?

La guerra ha frantumato i sogni di molti giovani uomini
li ha resi disabili, amareggiati e astiosi.
la vita è troppo preziosa per stare a combattere
guerre ogni giorno.
La guerra non può dare la vita:
la può solo togliere.

Pace, amore e consapevolezza, e tutto il resto:
oggi dobbiamo fare posto a tutto questo.
Dicono che dobbiamo lottare per rimanere liberi,
ma Signore, ci deve essere per forza un altro modo 
che sia migliore di questo."





DIAVOLI E POLVERE

"Ho il dito sul grilletto,
ma non si di chi mi posso fidare.
Quando ti guardo negli occhi
ci sono solo diavoli e polvere.
Siamo lontani da casa, Bobbie, troppo lontani
e sento soffiare un vento sudicio
- diavoli e polvere

Dio è dalla mia parte:
sto solo cercando di sopravvivere.
Cosa succede quando ciò che fai per sopravvivere
uccide le cose che ami?
La paura è un sentimento potente
che, puoi scommetterci, ti annerisce il cuore;
prenderà la tua anima colma di Dio
e la riempirà di diavoli e polvere.

Ti ho sognato, l'altra notte
in un campo di sangue e pietre;
Il sangue ha cominciato a seccarsi,
l'odore cominciava a salire.
Ogni donna e ogni uomo vogliono essere nel giusto
trovare l'amore che Dio ha auspicato
e la fede che Egli ci ha indicato.
Ho il dito sul grilletto
e stanotte la fede non basterà.
Quando guardo dentro al mio cuore
vedo solo diavoli e polvere."

Ma "il Boss", non rimane l'anima musicale della coscienza civile solamente negli anni della guerra nel Vietnam.
Testimone dell'attacco terroristico alle Torri Gemelle l'11 settembre del 2001, a cui dedicherà un intero album, vero inno al lutto e alla rinascita del popolo americano (The rising), pubblica nel 2005 "Devils & dust", una ballata dall'atmosfera rarefatta, il cui testo, che abbiamo anticipato, racconta del dramma dei soldati mandati in missione in Afghanistan, non dimenticando le perplessità sulle lunghissime spedizioni belliche in Irak:
" Scrivendo " Devils & dust " pensavo: Cosa vedo? Vedo ciò che sta davvero succedendo laggiù oppure i miei demoni interiori?
Capivo che ero interessato al punto di vista del soldato che deve prendere una serie di terribili decisioni - decisioni che danzano sull'orlo tra la vita e la morte - e bisogna prenderle immediatamente, per poi magari doverci convivere per il resto dei propri giorni.
Nessun addestramento può prepararti a tanto.
Tutta quella storia in Irak, continuava ad apparirmi un gran disastro, analogo ad un altro disastro cui avevo purtroppo assistito da ragazzo. Ma scrivendo questo brano non volevo essere polemico, né affrontare la cosa dal punto di vista della politica.
Volevo solo presentare, di quella situazione, le implicazioni più intime e personali."

Insomma il richiamo alla realtà per un'icona del rock che, dopo le esuberanze giovanili, di fronte al dolore delle guerre, compone brani sempre più riflessivi e aperti ad una speranza in una Presenza che guidi la propria storia:
"Devi fare i conti con gli orrori che ti aspettano li fuori. E tutto quello che la gente ha è una speranza.
Non puoi essere acritico, ma devi avere della speranza piantata nel mondo reale, nella vita reale, amicizia, lavoro, famiglia, sabato sera: è lì che si trova. E' lì che ho sempre trovato la fede e lo spirito.
Le ho trovate lì in quelle cose, non in qualche luogo intangibile o astratto. 
Ho sempre cercato di scrivere partendo da questa idea di base." . 

Ed ecco perché uomini diversi, di culture diverse, di epoche diverse, in ambiti diversi, se sorretti dalla concreta Speranza, alla fine, si assomigliano ... 






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