White as snow - U2

"Dall'inizio delle operazioni militari in Ucraina, mi ha molto impressionato come possa crescere a dismisura la cattiveria, quella che i russi chiamano 'zloba'. Questa parola indica non è tanto il male in sé, quanto il gusto che si può provare a fare del male. In certi casi, credo di essere stato anch'io oggetto di questa cattiveria. Ciò mi ha fatto domandare: che cosa ho di nuovo io da dare in questa situazione?
Quale può essere il mio contributo originale?
Certamente alla cattiveria si può reagire bene o male: si può rendere male per male, si possono ignorare le provocazioni, oppure si può addirittura pregare per i propri nemici.
Io in questi mesi ho scoperto il perdono, specialmente il perdono senza condizioni. (...)
Il perdono non ha precondizioni, nemmeno che l'altro mi chieda perdono.
Gesù, sulla croce, non ha perdonato perché i suoi persecutori hanno riconosciuto di aver sbagliato.
Mentre lo stavano deridendo e umiliando, lui li ha perdonati: 'Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno'"

Queste riflessioni sono parte di un contributo spedito da Mosca dall'arcivescovo della diocesi moscovita della Madre di Dio, Mons. Paolo Pezzi, e pubblicate da "Fraternità e Missione", mensile della Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo Borromeo, nel numero di Maggio 2023.
Nominato arcivescovo dal 2007 da Benedetto XVI, Mons. Pezzi, è paziente osservatore e attivo pastore ecclesiale nella piccola comunità cattolica russa fedele a Roma, immerso in una realtà sociale e di potere, non certo favorevole ad un dialogo sereno e comprensivo con chi esprime posizioni diverse dall'egemonia autocratica, soprattutto ora nel mezzo di una guerra di invasione drammaticamente e tragicamente in atto, nella quale non si intravedono spiragli di pace, almeno di tregua.
In questa complicatissima situazione richiamare al valore assoluto del "perdono" sembra una posizione fuori dalla realtà attuale delle cose. 

"Un tempo credevo ci fosse un amore divino
poi venne un momento in cui pensai si fosse dimenticato di me.
Chi può perdonare il perdono dove perdono non c'è?
Solo l'agnello bianco come neve"
E' un frammento, che esprime il senso ultimo del testo di "White as snow" (Bianco come la neve) una canzone che fa parte della tracklist dell'album "No line on the Horizon" pubblicato nel 2009 dagli U2.
"Gli ultimi due dischi erano stati molto personali e volevo cambiare. Mi ero stufato di essere il soggetto principale delle canzoni. Così scrissi i testi di "No line on the orizon" dal punto di vista di persone diverse: un soldato, un giornalista, un venditore, un tossicodipendente."
Chi parla è Bono Vox, il leader, il frontman e un pò "l'anima" degli U2.
Non smentendo le sue radici irlandesi profondamente cristiane, racconta in "White as snow" le vicende di un soldato americano in Afghanistan dilaniato da una bomba:
"Mentre sta morendo inizia a pensare alla sua vita, alla sua terra, probabilmente il Midwest, alla natura in cui era cresciuto" (la sintesi è tratta da "U2. In the name of love" bel libro di Andrea Morandi edito da Arcana nel 2009).
Continua Bono: "La canzone dura il tempo esatto che il soldato impiega a morire: mentre passano i secondi lui ripensa alla sua vita. (...) L'idea di ambientarla in Afghanistan mi venne dopo aver visto  "Jarhead" di Sam Mendes. La melodia del pezzo la costruii poi su un tradizionale."

Infatti, se nelle canzoni pop rock il tema dell'esposizione lirica dei sentimenti nel dramma umano del giovane soldato che perde la vita in uno scenario di guerra molto più grande e contraddittorio dei propri valori personali, l'idea di Bono non sia veramente originale ripensando a Springsteen e ai nostri De André e Morandi (tra i primi che vengono alla memoria), particolare è invece la scelta del commento musicale: "Dopo una mia conversazione con Bono sui futuri inni o spirituals, mi sono documentato. Ho trovato questo antico canto di chiesa 'O come, O come Emmanuel', un brano inglese, natalizio, di metà Ottocento composto da John Mason Neale.(n.d.r.) Non è identico ma è ispirato a questo." Così, in un'intervista Daniel Lanois, tra gli storici arrangiatori e produttori degli U2 sulla scelta musicale, sulla quale Andrea Morandi ci dà uno spunto in più:
"Il candore del titolo, riferito alla neve, simboleggia anche l'Agnello di Dio, che nell'iconografia cristiana rimanda a Gesù, vittima sacrificale per la redenzione dei peccati dell'umanità."
Ecco, dispiegato completamente l'intento "etico" cristiano di Bono, quasi sovrapponibile al De André della "Guerra di Piero".
Un forte richiamo all'urgenza, paradossale nell'accezione mondana, del perdono.
E' per questo  che lasciamo concludere Mons. Paolo Pezzi:
"Questa vita nuova che sorge dall'esperienza del perdono senza condizioni è il contributo originale che noi cristiani possiamo portare ad un mondo in lotta ed anche, in effetti, l'unico vero modo di costruire la pace, tanto tra le nazioni, quanto nelle nostre case."

BIANCO COME LA NEVE
"Da dove vengo io non c'era nessuna collina
La terra era piatta, l'autostrada dritta e larga
Io e mio fratello guidavamo per ore
come se avessimo avuto anni e non giorni
i nostri volti pallidi come la neve sporca

Una volta credevo che ci fosse un amore divino
Poi venne un tempo in cui pensavo che esso non sapesse di me.
Chi può perdonare il perdono quando perdono non è?
Solo l'agnello bianco come neve

E l'acqua era ghiacciata
mentre cadeva su di me
E la luna risplendeva su me

Ora questa terra arida non dà nessun frutto
Solo i papaveri ridono sotto una luna crescente
La strada rifiuta gli stranieri
La terra i semi che seminammo
Dove potremo trovare un agnello bianco come neve?

Da ragazzi andavamo a caccia nei boschi
Per dormire, la notte spegneva le stelle
Ora i lupi sono ogni straniero che passa
ogni faccia che non riconosciamo
Se solo un cuore potesse essere bianco come neve"
  




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