Ricordati di vivere (il primo battito) - Lorenzo "Jovanotti"

"Rachele ha trent'otto anni, quando il tumore che aveva scoperto mentre aspettava il terzo figlio si ripresenta. Da lì la decisione di scrivere qualcosa d lasciare ai suoi bambini, un diario della sua vita.
Lo fa mandandomi venticinque messaggi vocali, un racconto senza sconti o giri di parole di tutto quello che ha vissuto e che vale la pena raccontare. Li ho custoditi e li ho trascritti.
Oggi Rachele non c'è più, ma riascoltare la sua voce e le sue parole ha acceso in me una domanda: per cosa vale le pena vivere? (...)
Bisogna essere fedeli a se stessi, fare scelte coraggiose e appassionate e vivere con intensità (...).
Per Franco significa, dopo oltre sessant'anni di vita insieme, non lasciare la mano di sua moglie neppure un giorno (...), per Sami rispondere con l'impegno e la memoria agli orrori che hanno segnato la sua storia, per Laura, scegliere la vita, reagire, anziché rinunciare e arrendersi"
Questo virgolettato è estrapolato dall'introduzione sul risvolto di copertina del bel libro di Mario Calabresi "Una volta sola" (Mondadori, 2022), nel quale, con la sua notoria sensibilità il navigato giornalista/scrittore racconta storie di umanità che partono da una provocazione davanti ad una scelta di vita e di rapporti personali, spesso dettate da una situazione di dolore.
Scelte che hanno un comun denominatore, aprono ad un orizzonte di speranza e di futuro (anche non scontato), cioè di vita, in qualunque forma la si voglia associare.

"Non siamo infrangibili. Ognuno scorrendo il film della propria vita, può rintracciare momenti più o meno grandi di difficoltà: una malattia, la perdita del lavoro, una disavventura finanziaria, la detenzione in carcere, il buco nero di una dipendenza, una crisi affettiva, l'emigrazione, la morte di una persona cara.
Di fronte all'evidenza della fragilità umana, possiamo rassegnarci o ribellarci, ma per reagire non bastano gli slogan rassicuranti ("andrà tutto bene"), abbiamo bisogno di qualcosa di solido che dia significato e vigore all'esistenza. (...)
In queste pagine incontriamo volti e persone che hanno vissuto la loro 'ripartenza' grazie all'incontro con testimoni di speranza che li hanno aiutati a scoprire uno sguardo positivo sull'esistenza. (...)
Cosa ho imparato da questi incontri? Anzitutto a maturare uno sguardo curioso e attento sulla realtà, a cogliere i segni che che rimandano ad 'altro'. Ad un Altro.
A Dio che si rende presente nelle circostanze della vita."
E proprio volendo raccontare fatti della vita nella sua concretezza, ecco che quasi in contemporanea con l'uscita del libro di Calabresi, un altro valente giornalista, Giorgio Paolucci, da anni attento cronista (è stato anche vicedirettore) del quotidiano Avvenire, pubblica il volume "Cento ripartenze" (Itaca, 2022), appassionante antologia di storie nelle quali, come indica lo stesso Paolucci nella sua introduzione, citando l'intellettuale Hannah Arendt : 'gli uomini, anche se devono morire, non sono nati per morire , ma per ricominciare'.

Ma lo stupore, per queste felici coincidenze, non finisce qui.
In questo scorcio dell'anno 2022, Lorenzo "Jovanotti", pubblica un doppio cd "Il disco del sole", dove, scorrendo la tracklist, si fa notare un brano che in qualche modo, si potrebbe dire, abbastanza sorprendentemente, si ricollega all'argomento sul quale poggia l'architrave narrativa dei libri di Calabresi e Paolucci, dal titolo "Ricordati di vivere (il primo battito)".
Come più volte abbiamo accennato in queste "stanze", il cantautore, esploso negli anni ottanta, per la sua vena allegramente adolescenziale (tra il rap casinaro e i messaggi popolani) raggiungendo la maturità artistica e umana, non manca mai ad appuntamenti musicali dove intonando sulla quotidianità si apre a riflessioni non scontate, magari in forma embrionale, sul valore del vivere, alla ricerca di un senso per cui valga la pena confrontarsi.
E questa "Ricordati di vivere" ne è testimonianza.
A conferma, ecco un estratto da un articolo che Jovanotti ha scritto per "Rewiew", la rivista mensile de "Il Foglio" nel Gennaio 2022:
"(...) ho iniziato ad ascoltare l'audiolibro dei 'Diari' di Etty Hillesum e alla terza puntata ne ho ordinata una copia per mia figlia (...), perché penso che sia un testo fondamentale da portarsi nella vita.
Saluto con una sua frase: 'Sappilo Dio: farò del mio meglio. Non mi sottrarrò a questa vita.
Continuerò ad agire e a tentare di sviluppare tutti i doni che ho, se li ho.
Non saboterò nulla. Di tanto in tanto, però, dammi un segno. E fà in modo che esca da me un pò di musica, fà in modo che trovi una forma ciò che è in me, che lo desidera tanto." 

E forse, non è un caso che la piattaforma digitale della "pastorale per i giovani" della diocesi di Bergamo "Il cantiere", segnali come intuizione "Ricordati di vivere" nella "Cassetta degli attrezzi" da usare per cogliere un positivo per la propria vita, anche da una semplice, insospettabile, "canzonetta"
            




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