In questa notte splendida - Claudio Chieffo
"Il Natale ha lo stesso problema del cristianesimo: diventa una noia quando smette di dare vita.
Cristianesimo è la parola che rinchiude Cristo in una dottrina, una filosofia, una morale (...)
Natale è la nascita di un tale di nome Gesù, nome che significa 'Dio salva', ma salva che cosa? (...)
A Natale festeggiamo la pretesa di Dio di farsi carne per darci carne:
lo spirito si fa materia, l'eterno si fa tempo, l'immortale si fa mortale, l'infinito si fa finito, il compiuto si fa incompiuto, l'amore si fa desiderio, la pienezza si fa mancanza, il sacro si fa profano, la libertà si fa limite, l'assoluto si fa relativo, l'incondizionato si fa legame, il divino si fa umano ... e quindi viceversa (...) nell'umano il divino."
Nella sua rubrica "Ultimo banco" ospitata settimanalmente in prima pagina sul "Corriere della sera" (quello spazio appartenuto a Pier Paolo Pasolini e a Giovanni Testori) lo scrittore e insegnante di liceo Alessandro D'Avenia, il 19 Dicembre 2022 si pone l'eterna domanda sul senso del Natale alla quale l'uomo è provocato da un paio di millenni.
Ma non è il solo che invita a queste riflessioni i lettori dei giornali "laici" italiani ...
"Le feste religiose vengono festeggiate ormai come se la religione non esistesse. (...)
Una pervasiva mestizia piena di buoni sentimenti, ma nessun cenno a Dio, che in Gesù si fa uno di noi:
forse una gioia troppo forte per le nostre menti rammollite (...)
Ma, poi, per fortuna, la vita continua a riservarci le sue sorprese. Qualche giorno fa, di fronte a un presepe (...) mio nipote di quattro anni mi ha domandato perché Gesù bambino fosse nudo: era preoccupato che sentisse freddo. E questa sua preoccupazione mi ha fatto apparire il presepe sotto un'altra luce. Niente di sconvolgente, per carità.
Solo che a me, che cercavo di spiegargli che cosa significassero la capanna, i pastori e tutto il resto, la sollecitudine che traboccava da quella domanda ha dato come uno scossone, facendo irrompere prepotentemente l'altra faccia della storia: chi è nudo va vestito, a chi ha fame bisogna dare da mangiare, chi per qualsiasi motivo piange va consolato.
Non si trattava soltanto della tenerezza e del candore che sempre i bambini proiettano su ciò che guardano, ma di un'autentica spontanea determinazione ad intervenire che forse conteneva anche un implicito rimprovero: mi porti a vedere un neonato in una mangiatoia che non so neanche chi sia e non ti accorgi che è nudo?
Evidentemente è per questo che Gesù ci esorta a diventare come bambini.
E' grazie a loro che il mondo può essere guardato con altri occhi, con fiducia, verrebbe quasi da dire con benevolenza."
E proprio partendo dallo stesso smarrimento della società moderna (una volta si diceva 'dei consumi' ora si discute di 'metaverso') di fronte al senso autentico del Natale che denuncia D'Avenia, il sociologo e professore ordinario all'Università di Bologna Sergio Belardinelli, in un suo articolo sul quotidiano Il Foglio del 16 Dicembre 2022, aggiunge un piccolo apologo, per raccontare come il tema dell'incarnazione della divinità dentro la piccolezza di un neonato di cui il Natale è memoria, un evento storico che ha cambiato lo scorrere della vita dell'umanità.
Il cosiddetto "nocciolo della questione" confermato da queste parole del Papa emerito Benedetto XVI, il teologo Joseph Ratzinger:
"Dio non ci lascia brancolare nel buio, si è mostrato come uomo. Egli è tanto grande da potersi permettere di diventare piccolissimo. Dio ha assunto un volto umano.
Solo questo Dio ci salva dalla paura del mondo e dall'ansia di fronte al vuoto della propria esistenza."
Parole accese come un faro per il cantautore Claudio Chieffo, la cui storia personale e artistica abbiamo già conosciuto attraverso le "stanze" di questo blog:
"Io sono convinto che l'umanità abbia una grandezza tragica, che uno creda o non creda.
Il problema è che il cristianesimo, che non è filosofia, ma un fatto, entra nella storia e porta speranza a questa umanità."
Riflessioni scaturite da un'intervista rilasciata al curatore di questo blog nel lontano 2002 prima di un concerto a Milano. E così Chieffo proseguiva, raccontando l'ispirazione della sua arte cantautorale:
"(...) se un cuore è sincero può tentare di esprimere come vuole la grandezza del Mistero che ha incontrato: a me è capitato di esprimerlo così, io vedo la piccolezza delle mie canzoni, ma ne sono infinitamente grato."
E' proprio con questa coscienza di essere all'interno di un avvenimento misterioso che comprende l'incarnazione di un Dio dentro la piccolezza di un bimbo appena nato nel grembo di una giovane vergine (come ognuno degli autori citati - D'Avenia, Belardinelli, Ratzinger - ciascuno con la propria storia e cultura), ecco il brano natalizio di Chieffo, un canto che recupera l'atmosfera popolare della più commossa e intensa tradizione liturgica e ha l'andamento di una carola pienamente immersa nel sentimento musicale mediterraneo, tanto da essere stata recentemente riproposta in chiave partenopea da un grande ricercatore dell'esperienza creativa folk come Ambrogio Sparagna (insieme a Gianni Aversano), nel cd tributo a Chieffo del 2021.
Qui, naturalmente, ascoltiamo la versione originale dell'autore, nella sua semplicità, voce e chitarra.
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