Contro il mondo - Baustelle

"Prima di tutto, l'uomo, man mano che si sviluppa, perciò dal bambino in su (...) l'uomo pensa, sente e quindi opera secondo lo standard creato dagli strumenti di diffusione sociale.
Capite che duemila anni fa gli strumenti di diffusione sociale erano molto più ridotti, molto meno efficaci (...), perciò la gente poteva essere inibita dall'imperatore e dai soldati dell'imperatore, ma tra di loro pensavano come volevano, molto più di ora. Adesso l'imperatore penetra te che sei nel tuo letto, nell'intimità della tua casa e leggi il giornale oppure accendi la televisione. 
Adesso gli strumenti che la scienza ha trovato per la comunicazione del pensiero sono gli strumenti del potere, e gli uomini diventano schiavi, come pensiero, come sentimenti e come azione, come impostazione della vita, del potere. (...)
Ma la posizione dell'uomo di oggi, se vuol salvare se stessa, è invitata ad essere ribelle - ribelle! - per essere contro. (...)
Questa era l'idea fondamentale di Pasolini: l'orrore di quella che lui chiamava omologazione, il livellamento di tutte le teste, di tutti i cuori e di tutti i metodi di vita, vale a dire l'uccisione di un popolo, perché un popolo è fatto di persone e non c'è una persona uguale all'altra (...) perché un popolo costruisce; gente omologata (...) non crea niente: ripete, anzi, ripete scadendo"
Parole documentate, in un incontro con un gruppo di giovani, di Luigi Giussani, carismatico iniziatore del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione raccolte insieme a molti altri interventi nel libro "Realtà e giovinezza. La sfida" (Rizzoli, 2018  pp. 105 e seguenti. Prima edizione S.E.I. editrice, 1995)

    
"Noi siamo tutti uguali, cani nel deserto. (...) Io vivo contro il mondo, invece ce l'ho addosso"
Sono le parole chiave del testo di "Contro il mondo" brano pubblicato all'inizio del 2023, anticipatore dell'album "Elvis" del gruppo dei Baustelle.
Ma chi sono i Baustelle? Sono un gruppo toscano della provincia senese, un trio che si fa notare a pubblico e critica a metà degli anni novanta, fino a diventare un punto di riferimento per un pubblico sempre più vasto, il cui leader Francesco Bianconi, con la sua voce profonda "alla De André" autore (in coppia con Rachele Bastreghi) di tutta la produzione del gruppo, sfruttando le atmosfere "vintage", da De André ai chansonnier francesi, da Bacharach alla new wave, ma soprattutto al Battiato citazionista e "pop" delle hit parade dei primi anni '80, emerge con testi estremi sul malessere generazionale pieni di desolazione e nichilismo, ma con una insistita domanda sulla condizione dell'uomo moderno che non esclude una Presenza non visibile ma determinante nella vita quotidiana, nella continua lotta contro un sistema che ti opprime:
"Una civiltà occidentale moderna che ai miei occhi fa schifo. E che forse proprio per questo spinge chi la canta con occhio critico, cinico e cattivo a guardare per reazione (o disperazione?) verso l'alto, verso un altro, verso un altrove. Spinge ad alzare la testa dal fango. Volenti o nolenti, credenti o miscredenti, apocalittici o integrati.(...)
No non credo in Dio, ma cerco, prego, maledico, ho sete di assoluto (...) Sono un ateo ossessionato da Dio, lo cerco, lo prego, lo bestemmio: per questo mi sforzo di cominciare la giornata con una specie di missione in testa ... tentare di trovare un senso a quello che vivi, senza rimanere in pantofole davanti alla tv." 
Così Bianconi, in un'intervista rilasciata a Luca Valtorta per l'inserto di "La Repubblica" "XL" nel febbraio del 2008.
Personaggio controverso, difficilmente catalogabile, che musicalmente non disdegna il ritornello di facile ascolto ma che riveste le canzoni di testi ispirati ad un pantheon poetico in cui si scorgono di volta in volta Boudelaire, Leopardi, Nietzsche, Montale, Pasolini (e anche un pò il Testori di "In Exitu"), Eliot, addirittura Dante... e la Bibbia!
Dal male di vivere alle domande sul "silenzio di Dio".  
E ancora, sempre nell'intervista del 2008:
"Viviamo in una società dove tutto è subordinato alle logiche di mercato. O fai la rivoluzione per sovvertire il sistema, oppure ci rimani dentro al sistema, iniettandoci veleno a piccole dosi"
Passano gli anni ma "Io vivo contro il mondo, invece ce l'ho addosso" ritorna nel ritornello travolgente del 2023.
E qui, lasciamo concludere Don Giussani:
"Qual è l'unica risposta all'omologazione? Fare la rivoluzione.
Non è un concetto mio, è un concetto di Gesù, è la prima parola detta da Gesù: Cambiate mentalità, cambiate il modo di giudicare, di vedere, di sentire, di gustare, di amare, di fare le cose. (...)
Non assumete gli schemi mentali degli altri, trasformatevi. Ma un uomo è se trasforma, cioè è se cambia. Se non è capace di cambiare non è un uomo: è una cosa." 





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