Alessandro - Enrico Ruggeri

"Mi chiamo Ale. All'anagrafe Alessandro Pivetta. Abito a Pordenone. Ho trentaquattro anni.
Non parlo dalla mattina del 15 agosto 2005.
Lo so è un silenzio prolungato, ma non si tratta di mutismo selettivo e non ho neppure un problema alle corde vocali.
E' una grana un pochino più complessa. Diciamo di difficile soluzione.
E' vero, non cammino neppure. Non muovo le braccia. Non rido? Beh, questo lo lascio dire a voi.
Io ho riso molto in questi anni.
Non ve ne siete accorti? Sinceramente è un problema vostro.
Ma vi assicuro, cazzo, che quando vedo il vostro imbarazzo, quando capisco che siete in difficoltà, lì, davanti a me, io rido (...)
Che cosa ho? (...) sono in quella condizione che i medici definiscono 'stato vegetativo'"
Inizia così questo "monologo liberamente tratto da un ragazzo in "stato vegetativo" nel quale il giornalista e scrittore Fabio Cavallari dà voce ad Alessandro, che dopo uno scontro automobilistico entra in coma e poi vive per quattordici anni in stato vegetativo e insieme alla sua famiglia, per tutto questo tempo, fino alla sua morte il 21 gennaio 2020, vorrà accanto a sé qualcuno che dia voce ai suoi pensieri di fronte alla nuova realtà.
Cavallari, che da anni è impegnato a descrivere storie di lotta per una vita in esperienze di "stati vegetativi" accetta la sfida e grazie all'editrice Lindau nel 2022 pubblica "E adesso parlo io" nelle cui pagine la voce di Alessandro "canta libera nella babele della modernità conformista":
"Io mi chiamo Ale. Ogni volta che si parla di chi sta nella mia condizione si dice "stati vegetativi", quindi si fa di me una categoria. (...) Le categorie si possono massacrare, farne canne da macello, mica sono persone! Quando va bene diventano simboli astratti, utili per coprire le vostre paure"  

"Alessandro" è la storia vera di un mio amico fraterno che ha una malattia degenerativa e che, quindi vive una vita mentale e non fisica. Quando sono andato ad abitare da solo, per la prima volta, ho vissuto con questo Alessandro, che ha due anni meno di me e una malattia di quelle per le quali muovi gli occhi e poco altro. Avevo bisogno di parlare di amicizia. Di Parlare del fatto che ci sono dei legami che la vita non riesce a spezzare. Canto il racconto di un pomeriggio passato tra due persone che sanno che c'è una comunione dell'anima, anche quando non ci possono essere parole."
Così Enrico Ruggeri introduce una tra le più sofferte canzoni, non solo dell'album pubblicato nel 2022 "La Rivoluzione", ma forse del suo intero pluridecennale catalogo musicale.
Insomma, nel giro di pochi mesi, ecco due esperienze in due diversi campi di espressione, (i nomi identici dei protagonisti sono pura coincidenza), che non possono passare inosservati in questi tempi dove l'umanità è continuamente attaccata dal pensiero nichilista che annienta ogni speranza di bene. Rapporti personali che, invece, sono coraggiosamente aperti alla realtà e che hanno la forza di comunicarla.




Commenti

I più letti

La costruzione di un amore - Ivano Fossati

Il Carmelo di Echt - Giuni Russo